mercoledì, agosto 23, 2006

Sull'amore...

Disse allora Almitra: «Parlaci dell’Amore».
E lui sollevò il capo e guardò verso il popolo e scese una gran quiete. E con voce intensa disse:
Quando l’amore vi chiama, seguitelo,
sebbene le sue vie siano difficili ed erte,
e quando vi avvolge con le sue ali, cedetegli,
anche se la lama nascosta tra le sue piume potrà ferirvi.
Quando vi parla, credetegli,
sebbene la sua voce possa frantumare i vostri sogni così come il vento del nord arreca scompiglio al giardino.
Poiché nel mentre che l’amore vi incorona così vi crocefigge.
Mentre vi accresce così vi taglia per potarvi.
Mentre ascende alle vostre altezze e carezza i vostri più teneri rami palpitanti al sole,
così penetra fino alle vostre radici scuotendole nel loro abbraccio alla terra.
Come pannocchie di granturco vi raccoglie in sé.
Vi batte fino a farvi spogli.
Vi staccia per liberarvi dai cartocci.
Vi macina fino al candore.
V'impasta sinché siete cedevoli;
e poi vi consegna al suo sacro fuoco.
(…)
Tutto questo provocherà l’amore in voi affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore.
Ma se, timorosi, nell’amore cercate soltanto la tranquillità e il suo piacere,
allora meglio per voi che ricopriate le vostre nudità allontanandovi dall’aia dell’amore,
nel mondo senza stagioni dove riderete, ma non tutte le vostre risa, e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.
L’amore nulla dà se non se stesso e nulla prende se non da se stesso.
L’amore non possiede né vuole essere posseduto.
Poiché l’amore basta all’amore.
E non pensate di poter dirigere il corso dell’amore giacché, se vi trova degni, è l’amore che dirige il vostro corso.
L’amore non desidera che appagare se stesso.
Ma se amando dovete avere dei desideri, essi siano questi:
Sciogliersi ed essere come un ruscello che scorrendo canta alla notte la sua melodia.
Conoscere il dolore della troppa tenerezza,
Ferirsi di comprensione dell’amore;
E sanguinare volentieri e con gioia.
Risvegliarvi all’alba con un cuore alato e ringraziare per un nuovo giorno d’amore;
Riposare nell’ora del meriggio e meditare dell’amore l’estasi;
Grati rincasare nella sera;
E poi assopirsi con una preghiera per l’amato in cuore e sulle labbra un cantico di lode.

Allora Almitra parlò ancora e disse: «E il matrimonio, maestro?»
E lui rispose dicendo:
Insieme siete nati e insieme sarete in eterno.
Voi sarete insieme quando le ali bianche della morte disperderanno i vostri giorni.
Si, voi sarete insieme finanche nella silenziosa memoria di Dio.
Vi siano però spazi nella vostra unione,
così che i venti celesti possano danzare tra di voi.
Amatevi l’un l’altro, ma non rendete schiavitù l’amore:
sia piuttosto un mare che si muove tra le rive delle vostre anime.
Riempitevi l’un l’altro le coppe ma non bevete da una coppa soltanto.
Datevi l’un l’altro il vostro pane ma non mangiate da un medesimo boccone.
Cantate e danzate insieme e siate lieti, ma che ognuno di voi sia solo,
come le corde del liuto sono sole sebbene vibrino della medesima musica.
Donatevi il cuore, senza però affidarvelo l’un l’altro.
Poiché solo la mano della Vita può contenere i vostri cuori.
E restate l’uno accanto all’altro ma non troppo vicini:
le colonne del tempio s’ergono separate tra loro,
e la quercia e il cipresso non crescono l’una nell’ombra dell’altro.


Kahlil Gibran, Il profeta.