sabato, luglio 09, 2005

Alba. Primo mattino.

Bene. A quanto pare, siamo al dunque.
Dopo la prima onirica, rutilante, faticosa introduzione mi sento in dovere di parlare un po'. Fra poco, stamattina, manderò a tutti voi una mail; un invito.
Questo è uno spazio vuoto, esposto ai pericoli del nulla, e per questo motivo è perfetto. Vi avverto, questa somiglierà ad una noiosa dichiarazione di poetica: d'altra parte è sabato mattina, fa fresco, e ho le idee insolitamente chiare.
E poi, se state leggendo, avete già accettato il mio patto.
Questo è un soltanto una lavagna, nera, su cui scrivere. E mi sembra evidente. Per me è anche un modo per tornare ad un passato - lo so, ci state pensando tutti - che a voi sembra dimenticato. Il fatto è che scrivere, qui, è un atto fisiologico. Se siete qui a leggere, è perché voi dovete farlo, non perché volete. Non per capriccio. E' una scomoda concreta necessità.
Non mi importa cosa si scrive. Non c'è un tema. Qui non si parla di niente. Il punto è già scritto nel titolo: passando per questa porta, a vostro rischio e pericolo, andate sotto la superficie. Esteta e antiesteta sono, a guardare bene, la stessa cosa.
Ora non c'è tempo di parlare a lungo; ci saranno momenti per questo. Ora sono qui a dare ordini.

Prima e unica regola di questo posto: se siete qui per la prima volta, dovete scrivere.

Vi aspetto.