La mia prigione
...c'è stato un tempo, nenche troppo lontano, in cui mi guardavo intorno e non vedevo altro che versioni di latino e desolanti ore passate su di un banco in attesa di tornare a casa per studiare; ma in fondo quello è stato anche il tempo delle speranze, dei sogni, delle giornate con gli amici, quelli veri, e delle interminabili chiacchierate che eccitavano la mia fantasia e le mie ambizioni. Sapevo che un giorno mi sarei guardato indietro ed avrei visto più che altro le cose belle piuttosto che le angosciose ore di studio a sbattermi sui libri e quindi evito a me stesso inutili nostalgie di quel periodo,anche perchè all'epoca non desideravo altro che passasse.
Poi c'è stato il tempo della tanto agognata maturità, forse un pò precoce; il tempo della solitudine assoluta, dell'indifferenza della gente, dell'egoismo che ti circonda e che ti culla su di un filo da trapezista in equilibrio precoce: il filo dondola in tutta la sua esilità e tu sai che anche quando riuscissi a rimanerci sopra, le estremità si potranno staccare da un momento all'altro vanificando tutti i tuoi sforzi; quello non è stato proprio un bel periodo.
In seguito è arrivato il momento della gioia sregolata, forzata ed artificiosa; il solito periodo che vivono tutti i soldati tornati dalla guerra,che avendo avuto salva la vita ed esssendo stati permeati dalla caducità dell'esistenza non fanno altro che lasciarsi andare in un carpe diem senza misura. Quello in fondo non è stato male, soprattutto se vogliamo vederla in maniera superficiale, ed in ogni caso non me ne pento, anche perchè credo che ognuno di noi abbia bisogno di un periodo di vita incondizionata e senza perchè, d'esistenza sudata e puzzolente, stanchezza cronica e arrapamento fisso. Probabilmente in quel periodo ho perso un pò di vista il me stesso a cui ero abituato a pensare, sai, quelle idee che ti fai su chi sei e cosa fai: è un pò come quando ti presentano una persona e lo guardi in faccia per la prima volta e da quel momento ti rimane solo un' impressione di quel soggetto prima sconosciuto; ecco, in quel tempo ho avuto un'idea abbastanza indefinita di me stesso, o meglio non volevo neanche pensarci, perchè a mio avviso era il momento di vivere...poi quanto abbia vissuto davvero e quanto mi sia nascosto non so.
A questo punto mi fermerei qui nella narrazione degli eventi, anche perchè come ogni buon storico non posso avvicinarmi troppo al tempo contemporaneo altrimenti perderei l'asetticità dell'analisi.
Caro Andrea, sono sicuro che se tu fossi ancora qui al mio fianco su questa scrivania, ed insieme a noi ci fosse tutto il resto della "banda" tante cose mi sembrerebbero diverse: perchè in fondo più si cresce meno si è maturi, più passa il tempo più si vive nel passato, più si cerca di non pensare al dolore più è quella l'unica cosa a cui si pensa, perchè la lingua batte dove il dente duole, perchè era meglio morire da piccoli con i peli del culo a batuffoli, perchè chi si ricorderà di noi quando non ci saremo più...?, perchè dopo un pò di tempo ed un pò di soldi sembra che l'unica cosa che conti sia l'ultimo modello di tv al plasma, perchè quando arrivi a prendere un cane per avere un pò di compagnia capisci che in fondo era meglio piantarti un colpo in testa, perchè le donne contano quanto un buon caffé la mattina: da prendere in un attimo, a piccole dosi, profumato e con un buon aroma, perchè è qulache anno che attraverso la crisi del trentenne con l'unico particolare che ho ancora 28 anni scarsi, perchè i soldi non sono tutto ma sono comunque l'unica vera cosa per cui facciamo davvero qualcosa, perchè ad un certo punto ci si sente troppo grandi per sognare e troppo giovani per smettere, perchè sarebbe bello avere un figlio ma non riesco nenche ad avere una ragazza, perchè quando ci si sente smarriti ci si attacca a quello che si ha intorno, perchè forse la felicità è per gli stolti ma allora quanto sono coglioni gli altri a non diventarlo?,perchè con quest'euro non si può più campare, perchè c'è troppa intolleranza al di fuori e dentro di me, perchè a volte penso a me e non mi sopporto, perchè spesso penso di sapere tutto io e sono presuntuoso, perchè mi sto chiudendo nel mio eremo portatile cammindo tra la gente, perchè penso d'essere molto più buono di quello che sembro ma molto più cattivo di quanto pensi, perchè tutti questi perchè non hanno mai risolto l'esistenza a nessuno ma sempre fatto perdere tempo a tanti: a te che leggi ed a me che scrivo...quindi buona giornata.
Loreto
P.S. Io non sono decisamente prodigo di contributi a questo bellissimo BLOG che contribuisce a tenerci uniti sempre e comunque, nonostante le distanze siderali che si interpongono tra noi.
Questa è una lettera che ho scritto ad Andrea(ovviamente) e che su suo consiglio ho deciso di pubblicare; infatti Andrea è, e sarà sempre, il mio Caronte personale, che mi traghetta sull'Ade verso la sponda della consapevolezza assoluta: l'oblio...
Questa è una lettera che ho scritto ad Andrea(ovviamente) e che su suo consiglio ho deciso di pubblicare; infatti Andrea è, e sarà sempre, il mio Caronte personale, che mi traghetta sull'Ade verso la sponda della consapevolezza assoluta: l'oblio...